Domenica 20 settembre

Liberi dentro - Eduradio&Tv

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conduzione: Francesca Candioli e Maria Caterina Bombarda

in studio: dott. Federico Boaron (medico psichiatra) e Agnese Drusiani; Elisabetta (AVOC); Marcello Mattè; Serena Dibiase; Fabrizio Mandreoli; Claudia Clementi (direttrice carcere Bologna).

Eccoci giunti alla 2° edizione estiva dei “Week end di Liberi dentro – Eduradio” la nostra trasmissione dedicata al carcere e alla cittadinanza, che andrà in onda fino a settembre, in cui ci siamo dati come obiettivo quello di riprendere in mano, anche durante l’estate, le attività didattiche, rieducative e di vicinanza spirituale ai detenuti.

Anche questa sera proseguiamo con l’itinerario della rubrica Promozione salute con cui apriamo ora con un nuovo ospite intervistato dalla nostra Agnese Drusiani, educatrice professionale presso il carcere della dozza. Lui è il Dottor Federico Boaron, medico psichiatra, direttore dell’unità operativa di psichiatria forense e responsabile sanitario della rems di Bologna. Si occupa in particolare del rapporto tra psichiatria e giustizia coordinando la equipe psichiatrica del carcere e della Rems.

Poi è il momento dei nostri volontari dell’Avoc, associazione storica di volontari per il carcere che esiste oramai da diversi anni, dal 1993, e che ha come obiettivo quello di migliorare la vita dei detenuti, di favorirne il recupero e il reinserimento sociale. I volontari di questa associazione sono molto conosciuti dai detenuti e dalle detenute del carcere di via del Gomito perché oltre all’aiuto materiale, ove possibile, i membri A.Vo.C tengono colloqui di sostegno psicologico, creano occasioni culturali e soprattutto tentano di riannodare i fili spezzati tra i detenuti e le loro famiglie. L’Associazione dunque non fa parte di nessuno schieramento politico, è composta da credenti e non credenti ed ha un unico intento : offrire assistenza morale, materiale e psicologica ai detenuti, ex detenuti ed alle loro famiglie. Il volontariato nel carcere, infatti lo ricordiamo, è servizio al detenuto nei suoi diritti fondamentali:diritto alla vita: fisica, morale, intellettuale, spirituale; diritto alla famiglia: nel vivere gli affetti familiari, nel garantire un doveroso rapporto e la vicinanza con la stessa, al fine di mantenerla unita; diritto a vivere in comunità: ogni persona è fatta di rapporti con gli altri uomini, vive un dato contesto sociale, partecipa ed è corresponsabile alla gestione della comunità in cui vive. Il detenuto, invece, è radicalmente isolato da ogni responsabile contesto sociale; diritto al protagonismo: ogni uomo come tale è libero nel determinare le proprie scelte, nel vivere la propria vita. Pensiamo alla spersonalizzazione che genera il carcere, alla passività, ecc.

Sempre a proposito di diritto alla famiglia, a seguire ci sono le corrispondenze dal carcere con Serena Dibiase che ci legge una lettera di una detenuta, Francesca, a proposito delle “visite” in carcere da parte dei parenti più stretti. Poi ancora la spiritualità con Marcello Mattè, e Fabrizio Mandreoli con la prima tappa di un viaggio-studio con i giovani nelle terre calabresi.

Proseguiamo con l’intervista a Claudia Clementi, che si trova alla direzione della Casa circondariale di Bologna dal 2013 dopo la direzione di Ione Toccafondi. Marchigiana di origine, nata ad Ascoli Piceno, ha una laurea in giurisprudenza e una specializzazione in criminologia. Dopo il concorso vinto nel ’95, Clementi è al lavoro dal 1997: la sua carriera è iniziata ad Asti, è proseguita ad Alessandria, poi a Torino. Nel 2008 le è stato affidato il carcere di Pesaro, e adesso da 8 anni anche la Dozza di Bologna, il carcere costruito nell’84 che in fase di precovid contava corca 850 detenuti.

Al termine di questa puntata, presentiamo un piccolo libro arrivato in omaggio da chi l’ha scritto e curato: si tratta di Gabriella Mazzotti, una volontaria presso la sezione femminile della casa circ. di Forlì, unica della Regione dove Gabriella con l’Associazione linea rosa, da anni svolge svariati progetti e iniziative. Titolo di questo libro è Il quadrifoglio di Holly storie di donne dal carcere della Romagna: un piccolo libro in cui sono raccolte insieme le storie delle donne detenute in questo carcere con l’obiettivo di cercare attraverso le loro storie di vita, le loro parole, di far comprendere specialmente a chi è fuori che chi è recluso/a – in questo caso – sta già pagando per il reato commesso e che non per questo bisogna sospendere le attività.

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