Zikkaròn Edizioni: campagna di crowdfunding

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🎉 Aiutiamo Zikkaròn Edizioni a pubblicare il #libro di Ignazio de Francesco “Vivere senza la chiave”

Con il tuo contributo potranno:
🔸 coprire le spese di stampa del libro
🔹 regalare copie del libro alla case circondariali italiane
🔸 organizzare presentazioni del libro in diverse città
🔹 mettere in scena i testi in spettacoli aperti alla cittadinanza

📙 Il libro raccoglie le opere scritte da Ignazio De Francesco nei diversi anni del suo impegno in carcere e per il dialogo. Sono testi teatrali che possono essere messi in scena e al contempo opere letterarie che si prestano alla riflessione e al confronto in gruppi anche informali (scuole, quartieri, parrocchie, associazioni…).

📚 Aiutaci a gettare ponti tra carcere e città, per il bene di entrambi 📚

Un ponte tra carcere e città. Navile con Eduradio&Tv per il settimo quartiere di Bologna

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“Un ponte tra carcere e città. Navile con Eduradio&Tv per il settimo quartiere di Bologna”, l’evento che ha visto la partecipazione di più di 200 persone il 26 settembre scorso alla Casa di Quartiere Katia Bertasi e poi nella piazza Lucio Dalla. Il filo conduttore è stato la comunicazione, la possibilità di avvicinare carcere e città, attraverso il programma regionale radio televisivo Liberi dentro Eduradio&Tv che va in onda tutti i giorni su Icaro TV canale 18 e Radio Città Fujiko 103.1 FM.

Molti i relatori che si sono avvicendati nella sala polivalente dopo i saluti della Presidente del Quartiere Navile Federica Mazzoni e all’Assessore al welfare Luca Rizzo Nervo. Sono giunti i saluti dalla Palestina del monaco dossettiano e islamologo Ignazio De Francesco che, insieme alla giornalista Caterina Bombarda, durante la pandemia aveva ideato il progetto per continuare a portare le diverse attività in carcere attraverso radio e tv. L’Arcivescovo Matteo Zuppi, sostenitore di Eduradio&Tv, con un videomessaggio ha sottolineato la necessità di creare ponti tra carcere e città, tra il dentro e il fuori per un arricchimento reciproco.

Presenti i partner di progetto, Asp Città di Bologna e Ausl Bologna con il Direttore generale Paolo Bordon. La Direttrice della C.c Rocco D’Amato, Rosa Alba Casella, ha menzionato l’importanza di Eduradio&Tv per un’informazione corretta, e il CPIA 2 Metropolitano, con il suo dirigente Emilio Porcaro, ha ricordato le lezioni portate in carcere attraverso la TV in pandemia.

La carrellata di ospiti è stata cospicua in quanto al progetto, che ormai si affaccia al quarto anno di programmazione, collaborano con contributi radiotelevisivi diverse associazioni di volontariato: AVoC con Roberto Lolli, Il Poggeschi per il carcere con Cecilia Alessandrini, Fomal con Beatrice Draghetti che ha anche offerto un aperitivo servito da un ragazzo dell’IPMdi Bologna. Antonio Ianniello, Garante comunale delle persone private della libertà personale ha raccontato la genesi del progetto, il periodo convulso e difficile in cui è stato generato. Presente anche la nuova referente per il quartiere Navile della sede di coordinamento delle associazioni che operano in tema carcere. Mariaraffaella Ferri.

Ma il carcere è anche lavoro e dovrebbe diventarlo sempre di più, come suggerisce il Presidente di FID (Fare impresa in Dozza) Maurizio Marchesini, uno dei sostenitori del progetto, e Flavia Filippi, giornalista di TG LA7 e fondatrice di Seconda Chance, l’associazione che procura posti di lavoro a persone detenute facendo conoscere alle aziende le agevolazioni fiscali e contributive previste dallo Stato. Presente anche una cooperativa sociale di Parma, Il Cigno Verde che ha collaborato al programma.

In esterno, sul palco in piazza, si sono avvicendati il Teatro dell’Argine e il Teatro del Pratello, e direttamente da Milano, si è esibito il Coro degli Amici della Nave di San Vittore che hanno suonato insieme al maestro di musica del CPIA. Infine, in dialogo con alcune persone con un passato di detenzione che sono riemerse alla vita, Alessandro Bergonzoni, per parlare di come si debba fare di tutto per restare umani nonostante le condizioni possano essere avverse. Presenti con lui anche Claudio Bottan e Simona Anedda, per parlare delle sbarre che Simona si porta addosso con la sclerosi multipla e che Claudio ha vissuto quando era detenuto.

“PARLAMI DENTRO. Oltre il carcere: lettere di (r)esistenza” a cura di Marilù Ardillo   

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Queste pagine nascono da una chiamata alle parole lanciata da Fondazione Vincenzo Casillo e Liberi dentro Eduradio & TV, un invito a condividere un gesto narrativo di resistenza: scrivere una lettera ad una persona detenuta sconosciuta. Per consegnare un frammento di vita libera che si facesse stimolo, ispirazione, auspicio. 

Da tavoli, scrivanie e banchi di scuola di ogni parte d’Italia, circa un centinaio di persone dai 10 ai 93 anni ha risposto alla chiamata. Persone che parlano ad altre persone con parole universali, che hanno dovuto lottare per uscire da qualche pena e hanno suggerito la loro chiave di salvezza. 

È stato grazie a Eduradio che le lettere sono giunte ai detenuti nelle camere di pernottamento.

Parlami dentro è un libro che fa sentire contenti di esistere e di essere parte di una umanità che palpita e che resiste, che può aiutarci a capire che il senso della nostra esistenza non si esaurisce negli errori che commettiamo. 

Parlami dentro è tra le novità consigliate dal Corriere Della Sera: leggi l’articolo!

📢 Nell’episodio di Si può fare – Radio24 di sabato 9 settembre potete ascoltare l’intervista a Marilù Ardillo su 𝑷𝒂𝒓𝒍𝒂𝒎𝒊 𝒅𝒆𝒏𝒕𝒓𝒐. 𝑶𝒍𝒕𝒓𝒆 𝒊𝒍 𝒄𝒂𝒓𝒄𝒆𝒓𝒆: 𝒍𝒆𝒕𝒕𝒆𝒓𝒆 𝒅𝒊 (𝒓)𝒆𝒔𝒊𝒔𝒕𝒆𝒏𝒛𝒂. L’intervista comincia dal minuto 11 e parla anche del nostro contributo al progetto. Per ascoltarla 👉 clicca qui.

23 giugno 2023 – Presentazione del libro: “La fabbrica in carcere e il lavoro all’esterno: uno studio di caso su Fare Impresa in Dozza”.

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Il 23 giugno alle ore 17.30, presso il MAST.Auditorium (via Speranza 42 – Bologna) è stato presentato il volume: “La fabbrica in carcere e il lavoro all’esterno: uno studio di caso su Fare Impresa in Dozza” di Valerio Pascali e Alvise Sbraccia.

L’evento è stato dedicato a Flavia Franzoni, nostro prezioso Consigliere di FID. Presenti, oltre agli autori, i fondatori e soci di Fare Impresa in Dozza (Isabella Seràgnoli – G.D SpA, Maurizio Marchesini – Marchesini Group SpA, Alberto Vacchi – IMA SpA), Andrea Moschetti di FAAC SpA, (l’impresa che dal 2019 sostiene il progetto), i
formatori della Fondazione Aldini Valeriani, i tutor, alcuni dipendenti, i manager e il personale delle aziende che hanno accolto gli ex lavoratori FID.

Sono intervenuti inoltre S.E. il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, il Sindaco di Bologna Matteo Lepore, l’Assessore regionale allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali Vincenzo Colla, il Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria Gloria Manzelli, la Direttrice del carcere di Bologna ‘Dozza’ Rosa Alba Casella e numerosi rappresentati di istituzioni politiche e giudiziarie nazionali e locali.
Tra i relatori, Flavia Filippi, giornalista e fondatrice di Seconda Chance, Associazione finalizzata al reinserimento di detenuti ed ex detenuti nel mondo del lavoro.

A moderare l’incontro Antonella Cortese, giornalista, coordinatrice e caporedattrice di Liberi Dentro Eduradio&TV.

Rassegna stampa:
Corriere di Bologna
Il Giorno
Il Resto del Carlino
La Nazione
La Repubblica
Quotidiano.net
Sole 24 ore

Qui trovate l’intervista che abbiamo fatto a Valerio Pascali e Alvise Sbraccia durante il nostro programma.

Studio, formazione e lavoro. Il caso FID

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È possibile ricostruire un’esistenza andata in frantumi? È possibile riavvolgere il nastro e liberarsi del danno fatto e della sofferenza inferta? Spesso siamo davanti a sliding doors ma non ne abbiamo contezza, avremmo potuto fare altre scelte ma abbiamo imbroccato la porta sbagliata, quell’azione che sembra bloccata in un fotogramma e che ci conduce ad una esistenza disidratata, al vuoto di una vita privata della libertà personale, chiusa da grate e chiavistelli, trascorsa in uno spazio-tempo anche difficile da immaginare. Gli studi e le statistiche, ma anche i diretti interessati, ci aprono ad una possibile soluzione che non è semplice e che non tutti hanno la possibilità di praticare e che si riassume in poche parole: studio, formazione e lavoro dentro il carcere ma soprattutto fuori.

Nella nostra trasmissione – Liberi dentro Eduradio&Tv – queste parole riecheggiano di frequente perché sono i veri agenti di cambiamento, sono parole generative che assumono valore quando diventano concrete e quando vedono persone ristrette impegnarsi, avere accanto il sostegno dei tutor e dell’Amministrazione penitenziaria, dei colleghi di studio e di lavoro e la prospettiva di una continuità lavorativa una volta scontata la pena. In poche parole, una seconda chance. Una seconda possibilità che a Bologna viene offerta da ormai 10 anni nella Casa circondariale Rocco D’Amato grazie a FID (Fare Impresa in Dozza), un’azienda meccanica nata per iniziativa di G.D, IMA e Marchesini Group, ai quali si è aggiunto il Gruppo FAAC, con lo scopo di agevolare il reinserimento nella società civile di persone in condizioni di oggettivo svantaggio. Sino ad oggi sono 30 i detenuti/collaboratori che, grazie ad un percorso formativo e a un lavoro regolarmente retribuito, hanno avuto l’opportunità di ritornare ad una vita “normale”, di reinserirsi nella società civile contribuendo de facto a destrutturare stigma e stereotipi, con la diretta conseguenza di diminuire i numeri della recidiva e aumentare la sicurezza delle nostre città. È evidentemente un gioco di sinergie e tutti sono chiamati all’appello.

Lungi dal celebrare i 10 anni di FID, su espressa richiesta del CdM, (anche se sarebbe ingiusto non riconoscergli il merito di aver avuto spalle larghe e instancabile determinazione nel raggiungere questo traguardo temporale) il 23 giugno prossimo alle 17.30 presso il MAST auditorium di Bologna verranno presentati i risultati di una ricerca curata da Valerio Pascali e Alvise Sbraccia – La fabbrica in carcere e il lavoro all’esterno. Uno studio di caso su fare Impresa in Dozza – basata su metodi essenzialmente qualitativi e su interviste a tutti gli attori coinvolti. Lo studio è stato sviluppato in chiave comparativa, mantenendo aperto il dialogo con la letteratura sociologica sui temi delle valenze del lavoro all’interno del carcere, delle fasi di transizione in prossimità del fine pena, delle traiettorie di uscita dalla stessa e del rientro in società. Un progetto complesso e ambizioso che potrebbe magari non essere facilmente replicabile con le stesse modalità, ma che dimostra che lavorare in carcere e continuare fuori da parte dell’impresa non è una scelta estrema né un atto di buonismo, ma un agire etico che tende a reintegrare nella società civile chi ha commesso un errore e ne ha pagato le conseguenze attraverso la detenzione. D’altra parte, la nostra meravigliosa Costituzione sancisce con l’art. 1 che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e con l’art. 27 che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

Antonella Cortese

Link per iscrizione all’evento: https://www.mast.org/fare-impresa-in-dozza

Parole in Libertà

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18 gennaio 2023 – Parole in Libertà è all’undicesima edizione, con qualche anno di pausa per motivi riorganizzativi ma anche, purtroppo, per il Covid. Questa avventura letteraria, una vera e propria chiamata alle parole è cominciata con Gian Piero Marra, volontario di Ausilio per la Cultura (associazione che non esiste più) che ha ideato la manifestazione di scrittura nei modi non-competitivi e liberi cha ha tutt’oggi.

Liberi dentro Eduradio&Tv, ha condotto con Antonella Cortese l’evento che è stato trasmesso su Icaro TV , Radio Città Fujiko, LepidaTV, ecc.

Apriamo la manifestazione e gli onori di casa chiediamo di farli alla direttrice, la dott.ssa Rosa Alba Casella.
Passiamo al dott. Massimo Ziccone, direttore dell’area educativa. Infine, Anna Speranza, volontaria dell’Ass. Liberi di studiare che ha coordinato il lavoro nel backstage e che ne è il motore.
Passiamo la parola agli sponsor la Coop 3.0, che al termine della manifestazione consegneranno a tutti coloro che hanno scritto un premio. Parole in libertà non è una manifestazione competitiva, tutti i 41 partecipanti hanno ricevuto un premio offerto dalla Coop.

Tra di noi, in verità, c’è anche Alessandro Bergonzoni, artista eclettico che voi tutti ben conoscete che, non so bene quando prenderà la parola ma anche questo è il bello di Parole in libertà…

Cominciamo con la lettura da parte degli autori presenti di alcuni testi selezionati. Ma vorrei ribadire che tutti, anche quelli non selezionati, meritano la stessa attenzione e che, nel limite del possibile, li leggeremo nel nostro programma.

  1. Yassine KHAI (legge l’autore)
    Poesia: Un ragazzo come tanti
    Saggi: Il tempo
  2. Sonia Maria Bracciale (legge l’autrice)
    Poesia: Sospesi
    Poesia: Dentro
  3. Stefania Guidi Colombi (legge l’autrice)
    Poesia: Riflesso nello specchio
    Poesia: Ipocrisia dell’essere umano
  4. Vincenzo Fabrizio Pomes (legge l’autore)
    Racconto: Un pomeriggio indimenticabile
  5. Alessandro Sarasini (legge A. Masella)
    Saggi: Non mollare mai
  6. Tarek Ben Ali (legge F. Pomes)
    Saggi: Fortuna e sfortuna fra mito e realtà
  7. Pasquale A. Acconciaioco (legge l’autore)
    Ergastolo ostativo: vivo o non vivo?
    Dal tramonto all’alba
    La coscienza del rigetto

Passiamo alla premiazione che, come anticipavo, vede tutti i partecipanti premiati. Li ringraziamo per essersi in gioco e per aver voluto rispondere a questa chiamata alle parole libere.

“Parlami dentro”, un invito a scrivere ai detenuti

Eventi, Liberi dentro - Eduradio&Tv

di Emiliano Moccia

È la “chiamata alle parole” promossa da Fondazione Vincenzo Casillo e Liberi dentro – Eduradio&TV, che invitano cittadini e cittadine a scrivere lettere ai detenuti entro l’11 dicembre. Un modo per creare connessioni, per mettere in circolo narrativa di resistenza e far sentire un po’ meno sole le persone in carcere

«Quello delle parole è un potere immenso. Eppure anche piccolo, semplice. Con le parole muoviamo emozioni, pensieri, raggiungiamo luoghi, disegniamo immagini, talvolta percepiamo addirittura suoni e odori. Unite alle intenzioni, le parole possono invertire l’ordine del mondo. Possono schiudere un sorriso pure davanti al buio». Ed il buio a cui fanno riferimento queste parole, è quello dei detenuti della Casa circondariale Rocco D’Amato di Bologna, che come tanti ristretti nelle carceri, aspettano con ansia l’arrivo di parole, lettere, comunicazioni da famigliari o amici per sentirsi un po’ più vivi. Per sentire di essere ancora parte della comunità, anche se dentro si portano colpe e sbagli per i quali stanno scontando una condanna, con la speranza che da quel periodo di detenzione si possa uscire migliori. Che quel tempo sospeso dietro le sbarre possa produrre percorsi di rieducazione, di riscoperta di sé stessi e della vita che si immagina di condurre una volta fuori. Per questo, in occasione del Natale la Fondazione Vincenzo Casillo e Liberi dentro – Eduradio&TV lanciano il progetto “Parlami dentro”, una chiamata alle parole, un invito a condividere un gesto narrativo di resistenza: scrivere una lettera.

«Esiste una moltitudine di persone che fa delle parole la ragione di ogni giornata. Che solo alle parole può tenersi aggrappata per tentare di sopravvivere. Sono quelle persone che hanno perso la libertà: di uscire, di fare, ma non di sperare. Sono quelle persone che hanno commesso un errore, ma che continuano ad impegnare ogni energia per trasformare, per evolvere» spiega Marilù Ardillo, responsabile Comunicazione della Fondazione Vincenzo Casillo, che ha ideato e sta seguendo l’iniziativa. Di qui, l’invito rivolto a grandi e bambini, a uomini e donne, a scrivere una lettera all’indirizzo mail parlamidentro@gmail.com entro l’11 dicembre 2022. Scrivere ad una persona detenuta sconosciuta per farla sentire meno sola, per darle una carezza, per far sentire che la comunità è pronta a sostenerla e darle una seconda opportunità. «Possiamo raccontare l’esito di una giornata, un proposito buono del risveglio, il resoconto di un viaggio, la crescita di un figlio, una passeggiata nel verde, il frammento del libro che stiamo leggendo, una traccia musicale appena scoperta, una ricetta sperimentata insieme alle persone care» aggiunge Ardillo.

L’iniziativa lanciata da Fondazione Vincenzo Casillo e Liberi dentro – Eduradio&TV non è solo una chiamata alle parole, un invito ai cittadini ad avvicinarsi attraverso il testo scritto a chi vive nelle carceri. E’ qualcosa di più. «Vogliamo creare delle connessioni. Vogliamo mettere in circolo buone parole, spogliate di ogni pregiudizio o pietismo. L’intento è quello di mettere nelle mani di una persona isolata, e spesso anche giudicata, un frammento della nostra vita libera, che sia uno stimolo, un’ispirazione, un auspicio, o anche solo un abbraccio». Anche per questo, alcune lettere saranno selezionate e lette durante il programma radio-televisivo Liberi Dentro a cura di Eduradio&TV, visibile in differita su questo canale YouTube e seguito potenzialmente dai 750 detenuti della Casa circondariale Rocco D’Amato di Bologna su canali televisivi regionali (Icaro TV canale 18, Lepida TV).Da Nord a Sud Italia, dunque, i cittadini posso prendere carta e penna e scrivere le loro lettere, immaginare degli scambi epistolari, riscoprendo così la bellezza delle ricerca delle parole e del fermarsi per riprendere in mano il proprio tempo. «Le lettere fanno bene» conclude Ardillo. «Scriverle o riceverle ci riconcilia con una speranza atavica e profonda. Ci trascinano su un treno notturno che, pure chiusi nella nostra stanza, ci fa sentire in cammino».