
Parlare di carcere al tempo del covid-19
Una rivolta senza precedenti quella che ha toccato le carceri (50 gli istituti penitenziari coinvolti) dal Nord al Sud lungo tutta la penisola italiana. Finora sono quattordici le vittime registrate, riferisce un rapporto dell’associazione Antigone, spiegando cosa è accaduto nelle carceri italiane per i timori scatenati dall’effetto delle ulteriori norme restrittive per limitare i contagi da coronavirus. Una notizia che se non fossimo alle prese con questa grave emergenza sanitaria che non è più soltanto nazionale ma si sta estendendo – già dall’11 marzo l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato lo stato di pandemia – avrebbe scosso alle fondamenta la nostra democrazia. Ma intanto lì, tra le mura del carcere resta il sovraffollamento come anomalia cronica nel nostro Paese, con tante incertezze, paura, anche del virus ma non solo, disperazione, solitudine di quanti vivono il dramma dell’isolamento carcerario.
“Il fatto che alcuni detenuti siano morti per overdose dice molto, ci ricorda che nelle carceri italiane circola tantissima droga e ci sono gerarchie lì dentro, tra i detenuti, ci sono soprusi e violenze e il lavoro fatto dalla polizia penitenziaria certe volte è eroico e i volontari adesso non possono più entrare, collaborare come prima. Anche questo pianeta sta cambiando”.
Per approfondire…

Consapevoli e informati: consegna del Codice ristretto ai detenuti del carcere Rocco D’Amato di Bologna. Il 15 luglio nella Casa circondariale Rocco D’Amato di Bologna è avvenuta la consegna del Codice Ristretto, un opuscolo di informazioni per le persone detenute che spiega in modo semplice quali sono i percorsi e i diritti di una persona reclusa per accedere alle misure alternative alla detenzione.

La salute va in onda su radio e tv per unire carcere e città. Prosegue il progetto Liberi dentro Eduradio&tv con il sostegno dell’Azienda USL. Confermato anche per il 2022 il programma educativo rivolto ai detenuti avviato durante il lockdown con l’intervento settimanale di professionisti AUSL su tanti temi di prevenzione e promozione della salute.

***Aggiornamento sul crowdfunding Eduradio&Tv*** Grazie al vostro generoso aiuto, il nostro progetto continua nel mese di agosto, GRAZIE!
Insieme a Voi, vogliamo rilanciare e coprire anche SETTEMBRE con Liberi dentro Eduradio&TV, la trasmissione radio televisiva rivolta in particolare alle persone ristrette delle carceri della Regione Emilia Romagna e alla cittadinanza.

Venerdì 21 maggio, dalle 14 alle 19 un webinar per parlare della comunicazione al/dal carcere nell’era del distanziamento sociale. Un’occasione per un confronto sull’uso delle tecnologie come modalità per superare gli ostacoli alle attività rieducative posti a partire dall’emergenza pandemica, e in particolare sull’esperienza del nostro progetto Eduradio della Casa circondariale di Bologna e sulle trasmissioni radio/tv dedicate alle persone detenute. L’esperienza è stata raccontata nel report “Liberi Dentro. Le comunicazione al/dal carcere nell’era del distanziamento sociale” (scarica la pubblicazione (pdf, 5.0 MB)) e sarà presentata nel corso del convegno.

Mercoledì 10 febbraio presso il Comune di Bologna si è tenuto il consiglio conoscitivo su Eduradio alla presenza dell’assessora delle Pari opportunità Susanna Zaccaria, dei Garanti delle persone prive della libertà personale, dell’amministrazione penitenziaria della Casa circondariale Rocco D’Amato di Bologna, dei volontari carcerari e di tutti i consiglieri comunali. A tutti i nostri ascoltatori e lettori del sito, qui c’è il link del sito di YouTube per riascoltare la diretta streaming del Consiglio comunale presieduto da Roberta Li Calzi: https://www.youtube.com/watch?v=gtqE_IbQFW4&feature=youtu.be

Liberi Dentro-Eduradio: la nuova sfida per comunicare il pianeta carcere. La situazione globale di emergenza da Covid-19 ha determinato, già da febbraio 2020, la necessità di limitare (quando non interrompere) l’accesso alle attività formative e a quelle trattamentali ordinariamente gestite all’interno del carcere Dozza, con evidenti ripercussioni negative sulle condizioni di vita della popolazione detenuta. Tra gli obiettivi primari del nuovo anno vi è dunque la necessità per le istituzioni, per i beneficiari, per i volontari e le figure professionali coinvolte nei percorsi di esecuzione penale, di “reinventarsi” strumenti e modi per restare in relazione mediante mezzi di comunicazione che superino le distanze e che siano di semplice utilizzo e reperimento come la radio e la televisione. A questo proposito, la proposta del progetto Liberi Dentro-Eduradio, che vede coinvolti ASP in collaborazione con il Comune di Bologna, l’Associazione Insight e la Web Agency TecnoTrade, è stata in grado di raccogliere questa sfida; ecco in quali modalità.

L’inserto Buone Notizie del Corriere della Sera ha dato spazio anche a noi di Eduradio tra le 15 storie di resilienza da tutto il mondo! Liberi dentro “una radio oltre le sbarre”. O meglio, una radio che fa da ponte tra il carcere e la città: perché l’intento vero è quello di un cambio di paradigma di quello che è, all’interno del carcere (e non solo), l’uso dei mezzi Radio e Televisione. Il nostro obiettivo è proprio questo: raggiungere quanti più detenute/i possibili, parlando a loro direttamente, dei loro interessi, di quello che vorrebbero fare “dopo” una volta usciti, di come mantenersi istruiti, sani, informati…dando voce alle loro idee e alla cittadinanza che le vuole ascoltare e aiutarci a far girare le “buone” idee per un sano protagonismo civico.

La religiosità in carcere: un’indagine esplorativa. La domanda che ritroviamo, tra le righe, all’inizio di questa tesi di Laurea triennale in Pedagogia di Maira Pece, e che ricomparirà in maniera
esplicita nella sua fine, è se la religiosità possa o meno essere risorsa per un processo formativo che abbia come obiettivo una rieducazione ed un reinserimento in società del detenuto. Questo lavoro di ricerca ha un valore prezioso perché ha coinvolto otto testimonianze inerenti all’ambito religioso del carcere, per motivi diversi.

Il 9 marzo dà inizio ad una “nuova via”. Sguardi da fuori a dentro il carcere. Durante la pandemia anche il Carcere della Dozza è stato teatro di proteste, alle quali l’insieme di operatori, operatrici, volontarie, volontari e associazioni che operano in carcere ha risposto ideando un progetto, “Liberi dentro – Eduradio”, con l’obiettivo di accompagnare la popolazione detenuta e non assentarsi durante un periodo particolarmente delicato e complicato e di rispondere alle esigenze e alle questioni che le rivolte avevano sollevato. In questa tesi di laurea di Sara Rimondi viene presentato il progetto: come era strutturato, chi ha contribuito, quanto è durato e le tematiche che sono state affrontate.

Ora che la pandemia ancora non è finita e il carcere rimane sempre il più isolato tra i luoghi, stiamo lavorando e cercando finanziamenti per lanciare una nuova stagione radio-televisiva per il 2021 che coinvolga anche le voci dei detenuti da dentro. Ti va di aiutarci a valutare l’efficacia della nostra programmazione partecipando al questionario online? Aiutaci con le tue risposte: c’è tempo fino al 20 novembre per partecipare! https://docs.google.com/…/1FAIpQLSd3zHM…/viewform
29 settembre 1944 – Monte Sole: Eduradio incontra un giovane vecchio. Insieme ai ragazzi di “Constitution on air” siamo saliti a Monte Sole per intervistare questo giovane vecchio, Ferruccio Laffi, di 92 anni, sopravvissuto all’eccidio nazifascista. Lo abbiamo incontrato in un luogo di preghiera dove la furia delle truppe compì quella che è ricordata tuttora come una delle più crude ad aver insanguinato il nostro Appennino (760 le vittime). Quella che ha in mano Ferruccio è la foto con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, incontrato in occasione del ricordo delle stragi di Ustica e Bologna il 30 luglio scorso…ed ecco cosa dice di lui.

Buongiorno presidente! Eduradio incontra Mattarella in occasione delle stragi di Ustica e Bologna. Giovedì 30 luglio, in occasione dell’anniversario delle stragi di Ustica e di Bologna la visita in città del presidente Sergio Mattarella che, prima della messa in cattedrale e delle visite alla stazione centrale e al Museo della strage di Ustica, ha incontrato alle ore 10.45 in arcivescovado il vescovo Matteo Zuppi e una piccola rappresentanza redazionale del nutrito gruppo di Liberi dentro – Eduradio. Per l’occorrenza la redazione ha deciso di rivolgere al presidente Mattarella un presente accompagnato da una lettera di saluto e descrizione delle finalità della trasmissione radio-televisiva per il carcere e la cittadinanza che porta avanti dal 13 aprile.

Carceri e #covid-19: qualche dato. Sono 61.230 (dati aggiornati a fine febbraio) i detenuti nelle carceri italiane. Alcuni istituti arrivano a un tasso di sovraffolamento del 190%. A svelarcelo è il rapporto annuale di Antigone che nel 2019 ha visitato più di 100 istituti penitenziari.

Carceri: è l’ora di agire. Di seguito la lettera inviata alle istituzioni penitenziarie di Bologna, all’indomani della rivolta nella casa circondariale Rocco D’Amato di Bologna. L’intento fondamentale di questo “noi” come corpo sociale, esterno alle carceri, è quello di continuare quelle attività di istruzione e di formazione – che per molti di noi rappresentano un obbligo, come l’istruzione, ma che per i detenuti è un diritto.

Nota congiunta garanti territoriali Emilia-Romagna. La situazione che si è consumata a Modena con la tragica perdita di vite umane e che ancora si sta consumando in alcuni istituti penitenziari emiliano-romagnoli è gravissima. Per ora, è questa l’emergenza.

Tempi di virus. Provate a immaginare oggi, con questo bombardamento di notizie su un virus che fa paura a noi tutti, di essere rinchiusi in una galera sovraffollata, sentir parlare della necessità di stare almeno a un metro di distanza l’uno dall’altro e sapere che il tuo vicino di branda sta a pochi centimetri da te…

Paura e rabbia alla Dozza: l’urlo degli ultimi. Una premessa: noi tutti volontari AVoC rifiutiamo la violenza. In tutte le nostre attività noi ascoltiamo, ci apriamo il dialogo e al confronto costruttivo. La violenza separa, rifiuta l’incontro, chiude. E adesso parliamo di noi, fuori dal carcere, rinchiusi in casa. Come ci sentiamo?
Ottieni i nuovi contenuti, spediti direttamente nella tua casella di posta.