Liberi dentro - Eduradio&Tv

Bologna, li 22. 04. 2020

Gentilissimi volontari, vi scrivo dal penale della casa circondariale di Bologna e dopo un proficuo scambio di idee con gli altri detenuti sento di esprimere a nome di tutti il ringraziamento per la lodevole iniziativa che avete messo in campo al fine di non spezzare quel filo che ci consente di guardare oltre le sbarre. In un momento così drammatico quale l’attuale, con il timore di tutti di poter contrarre il virus e la sospensione di tutte le attività di reinserimento e rieducazione oltre che dei colloqui familiari, il pensiero corre al volontariato e al suo ruolo.Solo l’assenza infatti fa emergere l’importanza che l’impegno dei volontari e riveste perché la vita dei detenuti sia meno difficile. È a voi che lo Stato ha demandato un ruolo che sicuramente non è in grado di assolvere attraverso le sue articolazioni, e il volontario oggi è l’elemento fondamentale nell’umanizzazione della pena.Anche questa iniziativa che ha richiesto un impegno ulteriore da parte vostra va sicuramente nel senso di tenere aperto, seppur via etere, un rapporto che costruisca persone nuove, motivate nello studio e nell’apprendimento e desiderare di dividere riflessioni e preghiere con chi, sta vivendo la tragicità del momento da fuori.Come detenuti del penale avevamo denunciato la situazione di grande fibrillazione che si viveva nelle sezioni per la disattenzione che il governo riservava alle carceri e alla crescente preoccupazione sul rischio contagi all’interno dell’istituto. Poi sappiamo com’è finita e noi, pur condividendo le motivazioni alla base della protesta, abbiamo da subito stigmatizzato l’uso della violenza e della devastazione che ha finito solo nel privare il carcere di importanti attrezzature sanitarie, nel pesare sul bilancio per i danni arrecati e penalizzare di fatto la popolazione detenuta.Da allora il virus è entrato nel carcere e l’assenza di informazioni ufficiali non fa che alimentare un clima di grande preoccupazione. Ancora la ASL non ha provveduto ad attivare nei tamponi, né indagini sierologiche E ciò non dà l’idea di come e di quanto il contagio si sia propagato.I detenuti vivono quest’ansia doppia preoccupati come sono della propria salute e anche e soprattutto di quella dei familiari. Ma immaginiamo che la stessa paura investa anche gli operatori di polizia penitenziaria, il personale amministrativo e gli operatori sanitari che operano all’interno del carcere. La direzione ha concesso telefonate straordinarie e video-chiamate per non recidere il cordone affettivo che lega i detenuti alle famiglie e ciò è stato particolarmente apprezzato. Nell’augurarvi un buon lavoro e nel ringraziarvi ancora per quanto state facendo e che farete colgo l’occasione per porgere a mio nome e a nome dei detenuti del penale i più cordiali saluti,
Fabrizio

Pomes Fabrizio Via Del Gomito 2, 40127 Penale B.

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